In “Teoria e pratica della psicoterapia di gruppo”, lo psicoterapeuta statunitense Irvin Yalom delineava i principi-chiave che regolano le dinamiche di un gruppo di sostegno psicologico, a partire da quello che i suoi stessi clienti avevano rilevato. Di seguito, eccone alcuni:

  1. Speranza – essere testimone, e accorgerti, dei miglioramenti in persone che affrontano difficoltà simili alle tue consente di pensare con ottimismo al tuo personale processo di cambiamento.
  2. Universalità – collegato al punto precedente: se sperimenti che anche altri hanno difficoltà simili alle tue, evidentemente non sei solo al mondo!
  3. Scambio di informazioni – nei gruppi, guarda un po’, si parla, ci si confronta e si scambiano informazioni; magari, ciò che ha funzionato ed è utile per qualcuno potrà esserlo anche per te.
  4. Altruismo – i punti di forza che cogli negli altri diventano un po’ anche i tuoi e viceversa, diciamo che sono in condivisione; questo aumenterà l’autostima e l’autoefficacia di tutti.
  5. Intimità – il gruppo ha una dimensione intima con dinamiche in parte simili a quelle familiari. Hai quindi, se lo vorrai, una “seconda chance”: quella di fare esperienza di dinamiche relazionali sane, riparative di precedenti “incidenti di percorso”.
  6. Laboratorio  il gruppo è un luogo accogliente e sicuro. Hai la possibilità di sperimentare qualcosa di nuovo con la garanzia di una “rete di sicurezza”.
  7. Imitazione  collegato al punto 3. Qualcuno racconta di come ieri sia riuscito a comunicare efficacemente il proprio disaccordo a un collega, riuscendo a non essere troppo aggressivo; questo potrà essere un utile modello di comportamento per te che, domani, dovrai affrontare un’impegnativa riunione di lavoro.
  8. Comprensione  hai la possibilità di ricevere feedback dagli altri componenti del gruppo e da noi conduttori rispetto a ciò che decidi di condividere. Questo ti dà la possibilità di (ri)conoscere aspetti di te dal punto di vista degli altri. Insomma, come si sta “dall’altra parte”, nell’avere a che fare con te? Se lo chiederai, te lo diremo col rispetto e la cura dovuti.
  9. Coesione In un gruppo si è tutti nella stessa barca, o meglio, nello stesso mare ognuno con la propria barca personale. Dopo un po’ di tempo potrai ritrovarti a “fare il tifo” per l’intera flotta: è quello che gli psicologi chiamano senso di appartenenza e coesione.
  10. Catarsi – ovvero quella sensazione di sollievo liberatorio che potrai provare nella condivisione di vissuti emotivo-affettivi col gruppo.
  11. Responsabilità  collegato al punto 9. Acquisire, con l’aiuto del gruppo, gli strumenti adeguati per tenere saldo il timone della tua imbarcazione, ti condurrà alla consapevolezza di avere piena responsabilità sulla tua esistenza. Yalom chiama questa sensazione “l’essere genitori di se stessi”.


Dott. Francesco Scalici

Dott.ssa Francesca Esposito | https://francescaesposito.org/ 



Postato Mercoledì 17 giugno 2020